venerdì 31 gennaio 2014

IL CUORE IN AGRITURISMO: una nuova "Dimensione della Salute?"

IL CUORE IN AGRITURISMO: una nuova "Dimensione della Salute?" Pubblicato da Dr. Giuseppe M. Saba 31/01/2014 Quando mi è stato prospettato questo progetto, sono rimasto inizialmente perplesso. Medico cardiologo ospedaliero da sempre, con anni di impegno lavorativo in Reparti Cardiologici con Terapia Intensiva, già Responsabile del Laboratorio di Ecocardiografia e Cardiologia non Invasiva e della Struttura Semplice di Riabilitazione dell'ospedale di Gubbio-Gualdo Tadino, ho sempre immaginato l'attività medica come svolgibile esclusivamente in ambiente ospedaliero. Tuttavia l'esperienza lavorativa in Riabilitazione Cardiovascolare degli ultimi anni, mi aveva già fatto comprendere come questa attività di prevenzione delle malattie cardiovascolari, necessitando di una diffusione capillare, non dovesse, e non potesse, essere relegata alle sole strutture sanitarie, specie se ospedaliere, già impegnate in attività istituzionali di primaria assistenza e con risorse economiche in progressivo calo rispetto alla domanda di salute della popolazione. Domanda di salute proveniente da un aumento della vita media con conseguente aumento della popolazione anziana reso possibile da un lato dal miglioramento della attuale qualità di vita e dall’altro dal continuo progredire della scienza medica capace di offrire sempre nuove tecnologie diagnostiche e terapeutiche con conseguente cronicizzazione delle malattie. Tra queste le malattie cardiovascolari, più di altre, hanno sicuramente beneficiato dell'effetto di "life extension" prodotto dalle innovazioni tecnologiche e chirurgiche (cardiochirurgia, interventistica percutanea, pacemakers biventricolari, defibrillatori impiantabili, mitralclip, procedure di angioplastica, metodiche di ablazione, ecc..). Un sostegno importante di cui il SSN dispone per far fronte all’aumento continuo della spesa sanitaria pressata, da un lato, dalla crescente domanda di salute di una popolazione sempre più longeva, e, dall'altro, dall'aumento dei costi delle tecnologie diagnostiche e terapeutiche (farmacologiche e/o chirurgiche), è rappresentato senza, senza ombra di dubbio, dalla PREVENZIONE. PREVENZIONE CARDIOVASCOLARE significa intervento correttivo precoce sui fattori di rischio (stili di vita, disordini alimentari, patologie complementari) e precoce individuazione di condizioni patologiche in fase preclinica, prima dell'insorgenza di eventi irreparabili. Elemento ancora più importante, in termini di risparmio sanitario, sta nella consapevolezza attuale che la maggior parte dei fattori di rischio possono essere attualmente aggrediti, e modificati drasticamente, con un elemento terapeutico fino ad oggi trascurato: l'ATTIVITA' FISICA. Il concetto di ATTIVITA' FISICA, quale elemento terapeutico, da abbinare alle modificazioni di errati stili di vita e disordini alimentari, è stato da poco finalmente introdotto nell'armamentario terapeutico nell'ambito della prevenzione cardiovascolare (e non solo cardiovascolare). Dunque: ATTIVITA’ FISICA = basso costo, grandi benefici, e, cosa estremamente importante, ASSENZA DI EFFETTI COLLATERALI SFAVOREVOLI! Tuttavia (vecchia regola sempre valida specie in medicina) il "fai da te" è assolutamente da sconsigliare: se infatti l'ATTIVITA' FISICA è da considerarsi una risorsa terapeutica, così come avviene per la comune terapia farmacologica, ad ogni soggetto deve corrispondere una adeguata somministrazione dell'esercizio fisico, affinché i benefici non si trasformino, paradossalmente in danni irrimediabili. La necessità di capillarizzare la PREVENZIONE CARDIOVASCOLARE, attuale Cenerentola del SSN per mancanza di risorse economiche, e l'ipotesi di concretizzarla in un AGRITURISMO, ambiente sano, direi ideale, privo degli elementi di stress psicologico derivanti dagli ambienti ospedalieri o in ogni caso con essi collegati, mi ha convinto ad abbracciare questo progetto. Condizione fondamentale era, dal mio punto di vista, la possibilità di offrire prestazioni diagnostiche e cliniche qualitativamente dello stesso livello ospedaliero. Il mio impegno, dunque nella realizzazione di questo servizio, è stato quello di mettere in atto tutte quelle risorse tecniche, professionali ed organizzative per cercare di offrire un servizio ad elevato profilo medico. L'utilizzo di tecnologie diagnostiche di vario tipo (dalle apparecchiature elettrocardiografiche standard a quelle per il monitoraggio dinamico, dagli apparecchi ultrasonografici per ecografia a quelli per il monitoraggio pressorio ecc...) e l'impiego di risorse professionali mediche per quello che in medicina viene definito "counseling" e cioè la messa in atto di tutti quei percorsi informativi ed educativi finalizzati alla comprensione e conseguente motivazione del soggetto a rischio cardiovascolare ad attuare quei provvedimenti necessari alla correzione dei fattori condizionanti il rischio cardiovascolare stesso, è stato il mio precipuo compito e, credo di averlo assolto in modo pedissequo. Sarà ora compito di coloro che vorranno sperimentare questa nuova “Dimensione della Salute", giudicare se questa iniziativa sarà destinata ad avere un futuro, permettendo così una maggiore diffusione della Prevenzione Cardiovascolare.

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